Lightbox Effect

When Pigs Fly


Free Soloing with Alex Honnold


Hawaii Bouldering


Simone Moro apre un’agenzia di trekking e spedizioni

Si chiama Himalaya Travel e organizza viaggi di ogni tipo. Vacanze, trekking, e soprattutto spedizioni alpinistiche. Dopo vent’anni di esplorazioni nei luoghi più remoti del pianeta, Moro ha deciso di diventare un vero e proprio imprenditore, aprendo nel cuore di Bergamo un’agenzia che metta a disposizione di terzi i suoi contatti e le competenze acquisite. “Molte persone mi chiedevano consiglio sui viaggi in Himalaya. Io ho organizzato 43 spedizioni completamente da solo e ho deciso di offrire questa mia esperienza sul mercato aprendo un’agenzia con delle garanzie uniche, dal mio titolo di guida alpina alla partnership con una delle più grosse agenzie nepalesi di trekking” dice l’alpinista.

Simone, come mai hai deciso di aprire un’agenzia?
Dopo aver realizzato 45 spedizioni di cui 43 completamente organizzate da me nei minimi particolari ed in tutti i continenti, ho visto che me la cavo parecchio bene in queste cose. La rete di connessioni e conoscenze che ho costruito in loco è un patrimonio che mi permette di garantire viaggi sicuri e con interlocutori fidati. Inoltre avere un volto noto ed una storia alle spalle può costituire una garanzia. Troppe volte si viene mandati in giro senza sapere con chi si deve parlare, congratulare e lamentare. Ormai è tutto virtuale, anche le fregature.
Organizzi quindi anche spedizioni, non solo trekking?
Sì, certo. E’ un mercato importante. Il più importante pacchetto di questa primavera e forse dell’anno è una spedizione di grosse dimensioni all’Everest. In base alla mia esperienza, vedrei un logico espandersi di queste richieste soprattutto a livello europeo. Contattare noi è esattamente come contattare un agenzia in Nepal, non c’è intermediazione o cambio di prezzo. I miei soci sono gli stessi che hanno l’agenzia in Nepal, non c’è un doppio ricarico come avviene per tutte le altre agenzie nazionali.

Il mercato però sembra attraversare una fase difficile…
Oggi c’è Internet e dunque per le agenzie i tempi sono più duri. Ma internet mette più in difficoltà i viaggi classici piuttosto che quelli personalizzati e originali come trekking e spedizioni. Poi ci sono alcune barriere di lingua di mezzo e spesso il mondo alpinistico non è un mondo così diffusamente poliglotta. Ci sono però realtà nazionali importanti che chiudono, e questo fa riflettere.

Come riuscire ad emergere dunque?
Bisogna essere strutturati bene per evitare costi fissi salati e bisogna forse essere anche ben connessi per crearsi un pacchetto clienti che vogliano te prima ancora del prezzo più basso. Per quello ci sono i viaggi di gruppo con cassa comune che in Italia sono gestiti da alcuni operatori, ma io sinceramente non partirei mai per un viaggio avventuroso, trekking o altro, senza sapere chi viene con me e chi mi accompagna. Vorrei a questo punto fare una precisazione, forse una delle più importanti e mai menzionate. Nessuno ha mai pensato che per reperire sul territorio nazionale, ossia regolato dal UIAGM, dei clienti da accompagnare o far accompagnare in montagna ove è necessario l’uso di tecniche e materiale alpinistico bisognerebbe essere una Guida Alpina? Se un mio cliente si fa male in Nepal (paese non Uiagm) ma ha siglato il contratto di accompagnamento con me, in Italia (paese regolato da Uiagm), lui può pretendere che colui con cui ha siglato il contratto sia Guida Alpina. Basta interpellare un avvocato e le cose mai dette e sottaciute probabilmente verrebbero fuori nei loro vincoli giuridici. Io sono Guida e dunque so anche di esercitare una prestazione con il 100% del rispetto delle regole.

In Italia com’è la concorrenza?
Ci sono altri amici e colleghi (non Guide ma che a richiesta le utilizzano) come quelli del Nodo Infinito o Focus ma non li vedo come concorrenti, sono amici da anni e dunque conosco la loro serietà. Sono coloro che il mercato lo hanno creato e consolidato dunque sono colleghi più che concorenti . Poi ci sono altre associazioni di Guide che esercitano questo servizio parallelamente a quello di Guida. Insomma tante realtà. Io mi sono strutturato con una partnership nepalese, con uffici, impiegate, una storia lunga alle spalle, licenze d’esercizio, di emissione di biglietteria aerea, di supporto in loco anche con apparati di telefonia satellitare ed internet. Inoltre i viaggi che propongo sono n alcuni casi accompagnati da me personalmente. A livello internazionale ci sono gruppi americani, francesi, tedeschi, spagnoli, britannici. In Internet si trovano ma si parla tramite email e si va per sentito dire, questo non significa che non sono bravi, anzi ne conosco di ottimi, ma tutto nasce virtualmente.

Come orientarsi su internet se sei uno che non conosce nessuno?
Io consiglio sempre di guardare alla storia e all’affidabilità di una persona che deve avere nome e cognome. Andare dalla società x – che magari sta fallendo e prende i tuoi soldi per poi darti un servizio pessimo -, non lo raccomanderei. Il 90% si rivolge alle realtà che si sono affermate con la loro storia ed il lavoro. I colleghi che sono da anni sul mercato e hanno preso tanti clienti con il passaparola. Io spero che 20 anni di spedizioni completamente autoorganizzate e autofinanziate, il titolo di Guida Alpina, due soci nepalesi ed un impiegata che lavora da 25 ani in agenzie viaggi, costituisca una garanzia granitica per me.

Ti sei sempre organizzato le spedizioni da solo perché ti sei trovato male con le agenzie?
La risposta è che non basta essere una bravo capo spedizione o un esperto di logistica per fregiarsi di credibilità massima anche sulla montagna. Io ho sempre cercato e mai trovato uno che sapesse essere sulla cima e al campo base di una montagna con uguale efficienza, forza e carisma. Per questo ho intrapreso la strada di imparare e fare tutto da solo. Ora posso dire come ci si comporta e cosa si deve fare a 8000, al campo base, so gestire un soccorso in elicottero, sono addirittura il pilota, la Guida Alpina. Dunque anche se può apparire immodesto e arrogante, ho messo insieme tutte delle esperienze e le abilità che mi rendono completamente autosufficiente.

C’è differenza tra un’agenzia che organizza solo trekking e una che organizza spedizioni?
Sostanzialmente no, in termini puramente lavorativi. Ma per organizzare una spedizione bisogna capire di cosa si parla e come si vive in alta quota, quali sono le priorità. Un trekking è un escursione dove al massimo ti puoi rompere una gamba. In spedizione vai in posti dove non esiste neppure la possibilità di soccorso, bisogna essere chiari anche con i termini assicurativi, che è un capitolo spesso occultato o evitato dalle agenzie.

Quanto costa in media una spedizione alpinistica in Himalaya?
Una spedizione costa mediamente 8000 euro a persona su un 8000. Eccetto K2 e Everest. Sono costi senza molti costi accessori, telefono satellitare, guida, ossigeno sherpa ecc. Alcuni pensano di spendere meno, ma poi si accorgono che aggiungendo il biglietto aereo internazionale, il cargo, materiale alpinistico specifico, pannelli, generatore ecc, alla fine i costi partono dalla quella cifra. Per quanto riguarda l’Everest da Sud si deve moltiplicare quel costo per tre volte per avere la cifra base minima, sempre senza considerare i costi accessori e di eventuale accompagnamento. L’Everest da nord invece costa il 30% in meno che da sud. Ma sono cifre spannometriche.

È stato difficile aprire un’agenzia come la tua Himalaya Travel?
Sì molto. E unica nel suo team in Italia. Tutte le altre sono italiane che usano altre agenzie nepalesi o sparse per il mondo, ossia sono una sorta di intermediari. In alternativa ce ne sono due in Nepal gestite da italiani che vivono là, ma la mia è l’unica ad avere un referente italiano e nepalese, nello stesso momento, nello stesso ufficio in Italia. Aprire un’agenzia di viaggi con un extracomunitario come sono i nepalesi Beni e Nima ha comportato una serie infinita di carte. Abbiamo dovuto contattare il ministero degli esteri dei due paesi, vedere i diritti di reciprocità, sottostare alle leggi di apertura di un’agenzia di viaggi (complicatissimi e restrittivi), ottenere le licenze di esercizio, ispezione dei locali, omologazioni e approvazioni varie, camere di commercio, notai, licenze per il rilascio di biglietteria aerea internazionale, ed ora abbiamo il problema dei visti di lavoro per i due referenziatissimi nepalesi che ancora non ci sono stati rilasciati dal consolato Italiano in India. La sfiga e l’idiozia tutta italiana è che non abbiamo né ambasciata né consolato vero (solo uno onorario) in Nepal. In quel paese però abbiamo il laboratorio scientifico più alto e prestigioso del mondo e migliaia di italiani ogni anno. Chiudere l’ambasciata nepalese che avevamo è stata la più grande dimostrazione di follia diplomatica. Loro hanno già versato i rispettivi capitali, stanno vivendo in Italia, pagando le tasse come agenzie, sostenendo costi. Ci riempiamo l’Italia di delinquenti che scorazzano senza nessun permesso e facciamo i preziosi con due persone che gestiscono in Nepal un progetto del nostro ministero delle ricerche. Vergognoso. Ma come per le invernali e le scalate che ho fatto, otterrò anche questa volta ciò che voglio e ci spetta.

HAPPY ♋ HAMPI ㋡


David Lama Cerro Torre Trailer


give thanx Enry

Nalle Hukkataival climbing in the Grampians of Australia


Ticino Winter 2011/ 2012 pt.1&2


Katharina Saurwein: three V11's in a day


Projekcik


"Memory is Parallax" V14


casa ideale - Aldeia de Monsanto


La Obsesión - A film about Dani Andrada


"Futura" la nuova scarpa de "La Sportiva"


Macedonia Bouldering Festival


STONELICK: One Moment


Capoeira


The Insiders


Nanga Parbat Winter Expedition - Dispatch 4-5


Breznovy bouldering na Mlynskem vrchu


Phillip Schaal


Amiata boulder


Bafio Boulder Training


Deep North: A Trip to the Arrigetch Peaks


Swedish Bouldering: Bohuslan


mushroom boulder


invernale al K2, i russi a 7000

ISLAMABAD, Pakistan — Ha superato quota 7000 metri la spedizione russa che sta tentando in questi giorni di compiere la storica impresa della prima salita invernale del K2. Lo squadrone composto da circa 16 alpinisti procede diviso per gruppi: a metà della settimana scorsa Andrew Mariev e Alex Bolotov hanno attrezzato con le corde fisse la parete sopra campo 2. Nel frattempo un altro team guidato da Nickolay Totmjanin è salito con l’intento di installare campo 3.

Iljas Tukhvatullin, Andrew Mariev e Vadim Popovich la settimana scorsa hanno iniziato a lavorare sulla via il 25 gennaio, raggiunti il giorno dopo da Alex Bolotov e Eugeny Vinogradsky. Secondo quanto riferisce il sito della spedizione russa, hanno portato i materiali necessari alla salita oltre campo 2, dove hanno fatto un campo deposito. Mariev e Bolotov sabato hanno fissato diverse corde fisse sopra il campo 2, al momento in totale 17, programmando per domenica di salire a 7000 metri e cercare il posto adatto alle tende di campo 3.

Per aiutarli il 28 gennaio Nickolay Totmjanin, Valery Shamalo e Vitaly Gorelik sono partiti dal campo base. I tre il giorno dopo erano a campo 2 quindi è probabile che ieri fossero insieme ai compagni di spedizione a campo 3. Ci sono ancora oltre 1600 metri di dislivello tra i russi e la vetta della seconda montagna più elevata del mondo, alta 8611 metri. I prossimi giorni saranno quelli decisivi, ma come sempre molto dipenderà dalla meteorologia e dai famigerati venti di Jet stream.

In attesa del tentativo di vetta gli alpinisti hanno fatto sventolare lo striscione dei XXII Giochi olimpici invernali che si terranno nella città russa di Sochi dal 7 al 23 febbraio 2014. Le Olimpiadi sono infatti molto attese in Russia, dove si conta un unico precedente, quello dei Giochi Olimpici estivi del 1980 di Mosca
.


Ondra a Fontainebleau