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CRASH PAD


Sulle spalle dei boulderisti, un attrezzo s'aggira per i massi d'Italia e del mondo: è il Crash pad. E proprio lui: il… "materasso". Un inseparabile compagno, ormai entrato stabilmente - con scarpette, sacchetto di magnesite e tappettino - nel "bagaglio" di moltissimi fanatici del boulder.

Diciamo subito che la sua caratteristica principale è di essere un ottimo amico. La sua funzione, infatti, è quella di attutire tutte quelle piccole-grandi, ma soprattutto ripetute, cadute frutto del corteggiamento a quei blocchi (per definizione la maggioranza) che non vogliono proprio saperne di farsi salire. Insomma, con i dovuti distinguo, si tratta un po' della corda del boulderista. Un attrezzo che oltre a proteggerci ci consente di spingere più in alto i nostri limiti, e di "osare" di più. Anche se è bene ricordare che il buon Crash pad non rende invulnerabili, e che un affidabile spotter, ovvero un ottimo "paratore" (…anzi, meglio più di uno!), è indispensabile sui massi più esposti ed impegnativi.

Fai la scelta giusta
Avrete già capito che lunghezza, larghezza, spessore e tipo di materiali sono le caratteristiche più importanti, proprio da loro infatti dipendono le performance del nostro crash pad. Quindi prima di tutto occhio alla “taglia”, senza dimenticare però la qualità dei materiali. Insomma è chiaro che ad un maggior spessore dell'espanso corrisponde una più alta protezione, ma che uguale importanza riveste il numero e modulazione della densità dei vari strati.
Altra caratteristica importante è il numero di sezioni, solitamente due o tre, in cui il crash pad si chiude. Le differenze tra queste due tipologie, sono una maggiore trasportabilità ed adattabilità al fondo a favore della chiusura in 3 sezioni ed una maggiore stabilità per il due sezioni.

Consigli per l'acquisto
Oltre a quanto già detto ecco altri particolari importanti da tener presenti al momento dell'acquisto del vostro crash pad. Prima di tutto il rivestimento che, come detto, deve essere necessariamente molto robusto per resistere alle sollecitazioni e all'abrasione del terreno. Inoltre, occorre controllate che lo strato esterno sia dotato di prese d’aria, per evitare che “esploda”, come un palloncino, al momento dell’impatto.
Il sistema di chiusura per il trasporto è un altro particolare da osservare. Può essere, a seconda dei gusti, a fibbia o a strappo ma in entrambi i casi deve essere di facile e veloce utilizzo, ed assicurare che il materasso non si apra durante gli spostamenti tra un masso e l’altro, anche nelle situazioni più disagevoli.


Crash pad e l'arte della manutenzione del materasso
Normalmente è possibile rimuovere lo strato interno di schiuma dal crash pad e lavarne il tessuto. Questa operazione è consigliata soprattutto per quei materassi che sono protetti da un tessuto in nylon non spalmato. Nel tempo, infatti, sporcizia, polvere e piccoli cristalli di roccia possono danneggiare il rivestimento esterno e di conseguenza anche l’imbottitura.

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