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trekking al Monterosa


Trekking di sette giorni intorno al "gigante delle Alpi", il MONTE ROSA per vivere un'esperienza indimenticabile, attraverso un percorso molto panoramico che tocca le località più suggestive del comprensorio del Monte Rosa e Cervino, e permette di cogliere l'essenza della cultura montana, in perfetta armonia con l'ambiente e di scoprire tradizioni e costumi delle genti che abitavano un tempo queste valli: i popoli Walser. Un modo diverso per raggiungere località famose:
ALAGNA, GRESSONEY, ZERMATT, SAAS FEE, MACUGNAGA
su facili sentieri, di valle in valle, attraverso colli e passaggi che un tempo collegavano le comunità alpine.


Programma

1° giorno
Da Saas Fee (Svizzera) villaggio molto caratteristico, circondato dalla catena dei Mischabel, ci dirigiamo verso Saas Almagell ultimo paesino della Valle di Saas.
Dislivello giù 100 m - ore 1,30/2

2° giorno
Da Saas Almagell per facili sentieri saliamo al Lago di Mattmark (2197 m), si fiancheggia il lago e si sale il comodo sentiero che porta al Passo di Monte Moro (2868 m) valico di collegamento tra la valle di Saas e le valli Italiane del Monte Rosa. Dal Passo una ripida discesa ci porta al villaggio di Macugnaga (1249 m) alla base dell'immensa parete est del Monte Rosa.
Dislivello su 1170 m, giù 1540 m - ore 6/7.

3° giorno
Partenza da Macugnaga al mattino presto per una lunga tappa che ci porta al lago delle Fate e successivamente a superare il Colle Turlo (2738 m), indi, una bella discesa per raggiungere il Rifugio Pastore (1575 m) poco sopra l'abitato di Alagna, ci sovrasta la parete sud del Monte Rosa.
Dislivello su 1500 m, giù 1200 m - ore 7/8.

4° giorno
Dal Rifugio si raggiunge Alagna Valsesia in meno di un ora, da qui parte il sentiero che sale in Val d'Otro, nel cuore della cultura Walser, dove si raggiungeranno villaggi tipici si prosegue per salire al passo Foric, indi si entra nel vallone di Olen per giungere al Rifugio Guglielmina m 2870.
Dislivello su 1600 m, giù 350 m - ore 6/7.

5° giorno
Si lascia il rifugio e in discesa passando dal Lago Gabiet si arriva a Gressoney, Stafal (1838 m), in salita si raggiunge il Colle della Bettaforca (2672 m), per scendere per verdi pascoli al Rifugio Ferrero (2066 m).
Dislivello su 850 m, giù 1650 m - ore 6/7.

6° giorno
Ancora una lunga tappa che ci porta tra verdi pascoli, alpeggi e boschi ad un ambiente d'alta montagna, ai margini del ghiacciaio del Ventina, fino al Rifugio Theodulo (3317 m), con magnifica vista su Matterhorn, Breithorn e versante nord del Monte Rosa.
Dislivello su 1450 m - ore 6/7.

7° giorno
Dal rifugio si scende lungo il Theodulgletscher passando dalla Gandegghutte, per raggiungere il villaggio di Zermatt (1616 m), fine del trekking.
Dislivello giù 1700 m - ore 4/5.


procuratevi una mappa... ce la si fa benissimo senza guide...



tragedia al Manaslu

news from KATHMANDU, Nepal -- Un alpinista italiano è morto poche ore fa al Manaslu. Si tratta di Giuseppe Antonelli, 38 anni, della Val di Non, in spedizione con Mario Panzeri e Mario Merelli sul colosso himalayano. Antonelli questa notte aveva deciso di non tentare la vetta, ma di far ritorno al campo base. Durante la discesa però è stato colto da un malore, pare un edema polmonare. Trasportato a spalla a campo 2, alla fine non ce l'ha fatta.
Che fosse una situazione difficile quella di oggi al Manaslu lo si era intuito dai racconti, frammentari e scarsi, che per tutta la giornata si sono susseguiti sui siti della spedizione spagnola di Carlos Pauner e dai contatti con i telefoni satellitari degli alpinisti italiani. Adesso però arriva una nuova drammatica notizia, direttamente da Alberto Magliano, membro della spedizione di Merelli e Panzeri, da ieri al campo base del colosso himalayano.

Magliano infatti ha chiamato nel tardo pomeriggio Roberto Manni, anch'egli membro della spedizione che aveva dovuto abbandonare però qualche giorno fa per via di problemi fisici a una gamba, e gli ha comunicato la brutta notizia. Giuseppe Antonelli, 38 anni, di Talo, in Val di Non, è morto oggi durante la discesa dal Manaslu.

Antonelli era salito al campo 3 insieme a Merelli e Panzeri. Questa notte alle 2, quando gli altri alpinisti avevano inziato il tentativo di vetta, aveva però deciso di rinunciare e tornare indietro. Lo hanno accompagnato uno Sherpa e un altro giovane compagno di spedizione della Valsesia, di nome Tiziano. Mentre si trovavano tra campo 3 e campo 2 però, Antonelli si è sentito male, al punto che i due che erano con lui l'hanno dovuto trasportare in spalla fino al secondo campo.

Una volta qui, gli hanno subito somministrato l'ossigeno e fatto un'iniezione di cortisone, ma non c'è stato nulla da fare. Secondo quanto ha raccontato Magliano a Roberto Manni, Antonelli sarebbe morto di edema polmonare.

Non appena ricevuta la notizia Manni si è precipitato a comunicarla ai familiari dell'alpinista della Val di Non. Domani un gruppo di Sherpa salirà al campo 2 e recupererà il suo corpo.

Antonelli aveva già in curriculum la vetta dello Shisha Pangma, raggiunta nel 2006, e quella del Cho Oyu che aveva salito insieme a Manni nel 2005, per entrambi il primo ottomila.



amare rinunce e fiato sospeso sul Makalu

news from KATHMANDU, Nepal -- Amare rinunce e fiato sospeso sulle creste sommitali del Manaslu. Secondo le ultime notizie fornite dell'alpinista spagnolo Carlos Pauner, nessuno dei venti alpinisti partiti questa mattina per la cima sarebbe riuscito a raggiungerla. Pauner fa sapere di aver rinunciato a soli 60 metri dalla vetta, mentre gli italiani avrebbero fatto dietrofront a 7.500 metri.
La prima telefonata di Pauner era arrivata questa mattina. L'alpinista aveva comunicato di essere con alcuni italiani a poche centinaia di metri dalla cima, ma di essere esausto per le pessime condizioni della via. "E' dura - ha detto Pauner al telefono - molto più di quello che ci aspettavamo. Abbiamo dovuto attrezzare diversi tratti e la salita è stata molto lenta. Abbiamo intenzione di provare, ma non so se ne avrò la forza. Mancano ancora tre ore alla cima".

Un paio di ore fa il secondo aggiornamento, con il quale Pauner ha comunicato la rinuncia alla vetta a causa del forte vento. "Continuare sarebbe stato un suicidio, anche se mancavano solo 60 metri" ha detto l'alpinista.

Secondo quanto riferito dall'alpinista spagnolo, gli italiani (non sono specificati i nomi degli alpinisti a cui si riferisce) avrebbero fatto dietro front intorno ai 7.500 metri di quota. Non c'è però al momento alcuna notizia diretta riguardo la loro attuale posizione. Quelle di Pauner, infatti, per il momento sono le uniche notizie in circolazione sul gruppo che oggi ha tentato la cima del Manaslu, 8.163 metri.

Pare che da campo 3 (7.100 metri), stanotte, siano partiti in 20 verso la cima. Ma molti hanno rinunciato dopo poche ore di cammino, tra cui lo spagnolo Perez e altri alpinisti della spedizione iberica. Ricordiamo che la spedizione italiana al Manaslu è composta da Mario Merelli, Mario Panzeri, Marco Zaffaroni, Marco Rusconi e Giuseppe Antonelli. Del gruppo faceva parte anche Roberto Manni che però è dovuto rientrare in Italia una settimana fa a causa di un persistente dolore alla schiena.


"Melloblocco 2009" raduno internazionale di "sassisti"

L’arrampicata, e in particolare quella sui massi alti pochi metri, meglio nota come bouldering o sassismo, è in enorme crescita, nel mondo come in Italia.
Il numero dei praticanti è in continuo costante aumento. La testimonianza di questo trend positivo è confermato dall’espansione del mercato degli articoli tecnici (scarpette, materassi, ecc.), di quello dell’editoria di settore e dall’impressionante numero dei partecipanti alla manifestazione MELLOBLOCCO®.
I motivi di questo successo sono da ricercare nella volontà sempre più forte di immergersi in contesti naturali di grande bellezza, nel desiderio di socializzare con appassionati di ogni parte del mondo e svolgere un’attività sportiva vitale e appagante a contatto con la natura.
A fronte di queste motivazioni l’arrampicata sui blocchi ha un impatto ambientale pressochè nullo, rispettando l’ecosistema naturale e integrandosi quindi nelle più moderne politiche di sviluppo del territorio in modo eco-sostenibile.


I numeri del Melloblocco®
In Val di Mello/Val Masino a partire dal 2004 è stato organizzato una volta all’anno, nel mese di maggio, questo raduno internazionale, che giungerà nel 2008 alla sua quinta edizione.
Sin dall’inizio si è evidenziato l’enorme gradimento per la formula non competitiva dell’evento, cha ha richiamato inizialmente centinaia e oggi migliaia di giovani e meno giovani da ogni parte del mondo.
Ecco un riassunto dei numeri delle scorse quattro edizioni:

2004
311 arrampicatori iscritti, 82% maschi e 18% donnePresenze stimate in Val Masino: 800 personeStranieri (5%): Francia, USA, Germania, Canada, Messico e Perù

2005
822 arrampicatori iscritti, 80% uomini e 20% donnepresenze stimate in Val Masino: 2000 personeStranieri (13%) da 22 paesi diversi: Francia (37), Gran Bretagna (11), Olanda (10), Austria (9), Svizzera (9), Spagna (5), Germania (4), Slovacchia (4), Slovenia (4), Stati Uniti (3), Belgio (2), Argentina (1), Australia (1), Brasile (1), Filippine (1), India (1), Norvegia (1), Rep. Ceca (1), Romania (1), Serbia (1), Svezia (1) e Venezuela (1).

2006
953 arrampicatori iscritti, 78% uomini e 22% donne Presenze stimate in Val Masino: 2500 personeStranieri 19% da 27 nazioni differenti: Francia (25), Gran Bretagna (23), Germania (19), Austria (15), Spagna (13), Svizzera (13), Rep. Ceca (10), Usa (10), Belgio (9), Olanda (7), Polonia (5), Argentina (4), Slovacchia (4), Australia (3), giappone (3), Lithuania (3), Romania (3), Messico (2), Portogallo (2), Venezuela (2), Brasile (1), Corea (1), Filippine (1), Libia (1), Peru' (1), Sudafrica (1), Ungheria (1) .

2007
1003 arrampicatori iscritti, 79% uomini e 21% donnePresenze stimate in Val Masino: 2500 personeStranieri 18% con 28 nazini rappresentate: Germania (29), Gran Bretagna (21), Francia (16), Spagna (14), Rep. Ceca (14), Svizzera (12), Olanda (10), Austria (9), Bulgaria (7), Romania (6), Andorra (5), Ungheria (5), Slovacchia 5), Danimarca (4), Belgio (4), Slovenia (3), USA (2), Grecia (2), Giappone (2), Turchia (2), Sud Africa (1), Norvegia (1), Messico (1), Korea (1), Filippine (1), Cipro (1), Brasile (1) e Bosnia (1).

2008
1424 arrampicatori iscritti, 78% uomini e 22% donnePresenze stimate in Val Masino: oltre 4000 personeStranieri 19% con 33 nazioni rappresentate: Francia (42 atleti), Repubblica Ceca (31), Gran Bretagna (31), Germania (28), Svizzera (21), Austria (19), Slovenia (14), Belgio (12), Lituania (10), Olanda (8), Slovacchia (8), Argentina (3), Brasile (3), Portogallo (3), Romania (3), Spagna (3), Ungheria (3), Danimarca (2), Filippine (2), Finlandia (2), Nuova Zelanda (2), Russia (2), Sud Africa (2), Turchia (2), Usa (2), Australia (1), Bosnia (1), Colombia (1), Corea Del Sud (1), Croazia (1), Libia (1), Messico (1), Polonia (1).

A ogni edizione hanno partecipato migliaia di appassionati, dai semplici praticanti ai campioni mondiali della disciplina.
Oltre agli arrampicatori impegnati a scalare sui sassi, si è presentato sempre un numeroso pubblico composto anche da semplici curiosi, coinvolto da questa manifestazione che promuove lo sport nella sue forma più sane.
Secondo tutte le fonti giornalistiche e televisive che hanno dato ampissimo risalto all’evento (si vedano le varie rassegne stampa e film delle varie edizioni) si è trattato di un raduno eccezionale che mai era stato realizzato prima in Europa.
Con le edizioni del 2006 e 2007 il raduno è diventato il più grande meeting internazione di arrampicata del Mondo, ed ha sede in Lombardia, regione a grande vocazione alpina.
Il segreto del successo va cercato nella bellezza della Val Masino, località dove si svolge, nell’organizzazione snella ed efficiente e nella formula non agonistica che dà la possibilità a tutti di arrampicare accanto ai campioni mondiali della disciplina.
La Lombardia, in particolare la Valtellina e l’area della Val Masino-Val di Mello ha avuto un notevole ritorno in termini di turismo da parte di arrampicatori. La diffusione all’estero, grazie al MELLOBLOCCO®, della conoscenza delle enormi potenzialità e grandi bellezze della zona causa un continuio flusso turistico di stranieri, ma anche di italiani, che si recano nei mesi da marzo a novembre nell’aerea per praticare questa splendida attività.

Quest'anno compaiono alcuni dei nomi più noti dell'arrampicata a livello mondiale, Chris Sharma e Adam Ondra, per rendere l'idea. E oltre ai due fuoriclasse, già presenti in alcune delle passate edizioni del Molloblocco, tanti altri provenienti da tutto il mondo, dal nostrano Christian Core, al belga Nicolas Favresse


trekking

E' di tutti i giorni l'invito a muoversi, a camminare, a praticare una pur limitata attività sportiva. La mancanza di moto è l'eccessiva sedentarietà, fenomeni tipici dell'attuale società caratterizzata dal dominio della macchina; infatti, provocano a detta dei medici una serie di disturbi soprattutto all'apparato cardiocircolatorio destinati ad aggravarsi con l'età.
Termini come footing, jogging, trekking sono così entrati nell'uso quotidiano dei mass media sostituendosi spesso alla più nostrana espressione di "far quattro passi" e influendo notevolmente sui modelli di comportamento della gente nella pratica del tempo libero. Non si tratta però solo di un problema medico legato alla salute e al mantenimento della piena funzionalità del nostro corpo. L'uomo è fatto per camminare e a questa sua capacità è legata gran parte dello sviluppo della civiltà da lui stesso creata nel corso della storia.
Trekking significa viaggiare in zone lontane da noi sotto tutti i profili, comprendendo anche quelle zone meno frequentate della nostra bella Italia. E' da notare comunque che il trekking per essere tale deve evidenziare il contatto con le popolazioni che si vanno ad incontrare, o con la natura che ci circonda. Il trekking ci serve per capire gli altri e conoscere più profondamente noi stessi; naturalmente si deve parteciparvi liberi da pensieri, lasciando da parte i problemi di casa e del lavoro; vedrete che questo oltre ad esservi d'aiuto vi rilasserà. Lasciamo a casa i ricordi della comodità, non siamo più turisti presi dalla foga di vedere più cose possibili in poco tempo, ma ospiti di una realtà presente nelle valli, nelle alte cime coperte di neve perenne, nei piccoli laghi alpini e nelle gole: in qualunque posto andremo nella natura incontaminata ci sarà sempre un posto per noi.


Il vero trekking non si fa solo per conoscere posti incantevoli con cascate che danno vita a perenni arcobaleni, o paesaggi montani alla penetrante luce del tramonto, ma si parte dalle stupende cascate, dai paesaggi, dalle vallate per avere qualcosa di più di un ricordo o di un impressione: la libertà. La stessa che abbiamo dalla nascita, ma che ci dimentichiamo di avere, la stessa che è nella speranza di chi non ce l'ha e fa di tutto per averla. Noi ce l'abbiamo, ma ci sembra così scontato che dobbiamo ricordarcene, e questo ci aiuta molto a migliorare: ci fa comprendere meglio gli altri e conoscere più profondamente noi stessi e ci si rende conto di essere veramente fortunati

Nella storia del trekking possiamo individuare due fasi successive. Nella prima vediamo sorgere agenzie turistiche che si specializzano nell'organizzazione di trekking extraeuropei ponendo le basi di un'attività che nel giro di pochi anni, grazie anche al miglioramento del tenore di vita e allo sviluppo dei mezzi di comunicazione aerei, sarebbe anch'essa diventata di massa. Paese privilegiato è il Nepal nel quale è possibile riproporre, arricchito di fascino esotico, l'escursionismo alpino ottocentesco, come conquista dello spazio e del tempo, e raggiungere la base degli Ottomila lungo le mulattiere che raccordano i villaggi e le valli, servendosi di portatori locali, dormendo in tende piazzate al termine di ogni tappa. Negli anni successivi gli orizzonti si dilatano e giungono ad abbracciare la Cordigliera delle Ande, le montagne africane, i deserti di ghiaccio dell'Artico. Trekking diviene così sinonimo di viaggio al di fuori dei confini, ritenuti angusti, dell'Europa.
Col passare degli anni il boom del trekking alpino porta ad una riscoperta delle nostre montagne e a una loro nuova forma di valorizzazione mediante la realizzazione di Alte Vie e di Grandi Traversate, veri e propri trekking di più giorni da rifugio a rifugio e di valle in valle riservati a camminatori allenati ed esperti.
Si inizia con le Alte Vie, il cui regno è la regione dolomitica avvantaggiata da una particolare orografia ben adatta al tracciato di percorsi articolati, con sentieri perfettamente segnalati e dai nomi suggestivi (Alta Via degli eroi, dei silenzi, dei camosci, di Tiziano, ecc.), dotati di numerosi e comodi punti d'appoggio in cui fare tappa.
Sulla scia di analoghe iniziative estere nasce poi la Grande Traversata delle Alpi (GTA) con 65 tappe, ognuna delle quali è percorribile in media in cinque ore, con dislivelli di 1200 metri e superamento di colli non superiori ai 3000 metri. In fine nasce la Grande Escursione Appenninica (GEA), 400 chilometri sul confine tra Toscana ed Emilia Romagna percorribili in 25 tappe con ben 34000 metri di dislivello complessivo.

"Che ti move, o omo, ad abbandonare le proprie tue abitudini delle città, lasciare li parenti e li amici ed andare in lochi campestri per monti e per valli, se non la naturale bellezza del mondo?" (Leonardo da Vinci).


Trento Speed 2009 - 25 aprile 2009

Si sposta da Piazza Duomo a Piazza Fiera la Coppa del Mondo di arrampicata. Organizza il comitato Speed Rock in collaborazione con l’Asd Rock Master. Finalmente la gara di Trento potrà assegnare il record del mondo. I cinesi detengono i record, i russi … lo inseguono

Il Trentino sarà assoluto protagonista nella stagione dell’arrampicata sportiva 2009, come lo è stato nel 2008 del resto. Lo sarà già a partire dal 25 aprile prossimo quando, in Piazza Duomo a Trento, sarà la volta di “Trento Speed”, seconda prova di Coppa del Mondo di arrampicata sportiva di velocità.Un evento che precederà l’appuntamento estivo con l’ormai storico Speed Rock di Daone, che il 2 agosto prossimo festeggerà il proprio nono anniversario, per quella che è conosciuta a livello mondiale come la più difficile e spettacolare gara di arrampicata “speed” dell’intero circuito internazionale, favorita dal severo e suggestivo campo di gara ricavato dalla muraglia della diga Enel di Bissina.Le due gare, quest’anno, avranno più di un semplice punto in comune, in quanto anche l’evento del capoluogo trentino verrà organizzato dal comitato Speed Rock presieduto da Alessandro Togni, chiamato in prima persona per tenere in vita la gara di Trento, altrimenti destinata ad abbandonare la scena per la defaillance della precedente organizzazione.Grazie al prezioso appoggio istituzionale della FASI e quello tecnico degli “amici” dell’Asd Rock Master di Arco (nel 2011 organizzatrice dei Mondiali di arrampicata), Togni e il comitato Speed Rock hanno dunque potuto prendere in mano la questione e mantenere Trento nel “gotha” dell’arrampicata mondiale, forti anche dell’immancabile collaborazione del soccorso alpino della Guardia di Finanza, impegnato a garantire la necessaria sicurezza agli atleti in gara.Quella che animerà la centralissima e suggestiva Piazza Duomo a Trento sarà, nello specifico, la seconda prova stagionale di Coppa del Mondo, sempre inserita nell’ambito del FilmFestival della montagna e dunque chiamata a portare una vena di spettacolare agonismo ed un po’ di colore ad una delle rassegne cinematografiche di settore più famose al mondo.Per quanto riguarda il programma, l’evento verrà aperto nella serata di venerdì 24 aprile dalla registrazione degli atleti (dalle 16 alle 18) e dalla riunione tecnica (ore 18) in Piazza Duomo, con il “clou” in programma già dalla mattinata di sabato, quando alle ore 10.00 (dopo un breve momento dedicato al riscaldamento degli atleti) scatteranno le prove di qualificazione.Un programma incalzante ed a tutto favore del pubblico, con le qualificazioni seguite nel pomeriggio (ore 15.00) dalla presentazione degli atleti qualificati, da ottavi di finale (15.10), quarti (16.10), semifinali (16.45) e finali, queste ultime in programma alle 17.05 (categoria femminile) e alle 17.15 (categoria maschile), con premiazioni finali alle 17.30. Un programma concentrato, con la giornata di domenica 26 aprile “prenotata” solamente in caso di brutto tempo il sabato.Intanto, seppur manchino ancora poco più di 20 giorni all’appuntamento con “Trento Speed”, stanno già arrivando le prime iscrizioni e, fin da subito, non mancano i nomi di spicco.Su tutti, c’è quello della vincitrice della Coppa del Mondo 2008, la polacca Edyta Ropek, seguita in scia dalla seconda e terza nella medesima classifica, le due ucraine Olena Ryepko e Svitlana Tuzhylina, anch’esse già iscritte, così come le due pur forti venezuelane Lucelia Blanco e Rosmery Da Silva, quest’ultima in trionfo proprio a Trento nel 2007.Anche al maschile sono già arrivati i primi nomi importanti, quali ad esempio quelli degli ucraini Maksym Stenkovoy e Maksym Osipov, rispettivamente quarto e sesto nella Coppa del Mondo di specialità 2008, con una citazione anche per il polacco Lukasz Swirk (vincitore a sorpresa dell’ultima edizione di Speed Rock) e l’ungherese Csaba Komondi.Sarà un 25 aprile da trascorrere tutto naso all’in su.



Merelli e Panzeri arrivati al campo2 del Manaslu

news from KATHMANDU, Nepal -- "Siamo a campo 2, con noi ci sono anche gli alpinisti della spedizione russa. Siamo saliti con gli zaini pesanti e in mezzo a tanta neve. Ma ora siamo arrivati, passeremo la notte qui". Dopo il fermo dei giorni scorsi dovuto alle abbondanti nevicate, prosegue l'avventura di Mario Merelli e Mario Panzeri al Manaslu.
I "Super Marios" hanno lasciato questa mattina campo 1, che avevano raggiunto ieri, e sono saliti a campo 2, posto a 6.550 metri di quota. Con loro c'è il compagno di spedizione Marco Zaffaroni, mentre Roberto Manni è stato costretto a lasciare il campo base del Manaslu, per alcuni problemi di salute (pare un'ernia al disco).

"Qui con noi ci sono anche gli alpinisti della spedizione russa - ci dice Merelli tramite satellitare -. Siamo saliti con gli zaini pesanti e in mezzo a tanta neve. Comunque siamo arrivati a campo 2 e stiamo bene. Questa notte dormiamo qui, poi domani torniamo al base, dove ci riposeremo 2 o 3 giorni per poi riprendere la salita".

dove arrampicare a Finale Ligure


1. Caprazoppa

2. Rocca del´Orera

3. Finalborgo

4. Rocca di Perti

5. Placca delle cace Valle

6. Monte Sordo and la Parete Dimenticata

7. Bric Scimarco

8. S. Antonino

9. Pian Marino

10. Bric del Frate

11. Valle Aquila, sinistra

12. Bric Pianarella

13. Bric Spaventaggi

14. Monte Cucco

15. Rian Cornei, Italsider, Burrida, Invidia

16. Rian Cornei

17. Bastionata di Boragni and Val di Nava

18. Rocca degli Uccelli19. Casa del Vacché

20. Lacremà

21. Rocca di Corno

22. Le Manie

23. Capo Noli

24. Lido delle Sirene



Merelli e compagni verso il Manaslu B.C.

news from KATHMANDU, Nepal -- Ultimo giorno di trekking, poi campo base e prove generali di salita. Mario Merelli, Mario Panzeri, Roberto Manni e compagni sono ormai prossimi alle pendici del Manaslu, 8.163 metri, che tenteranno di scalare dalla via normale.

"Il trekking per arrivare quassù è molto lungo - racconta Merelli, raggiunto poco fa al satellitare -. Camminiamo da 6 giorni, ma sulla carta sarebbero otto. Il primo pezzo si snoda in fondo ad una valle dove non prende nemmeno il satellitare. sopra invece si apre, quando appare il Manaslu è una meraviglia".Merelli e compagni saliranno domani al campo base, situato a circa 4.900 metri. Nel frattempo, si godono una giornata di acclimatamento nell'ultimo villaggio del trekking. "Abbiamo finito ora di giocare alla playstation - racconta divertito l'alpinista bergamasco -. Non l'avevo mai provata, e mai avrei pensato di provarla qui per la prima volta: è stato davvero simpatico!". Con la spedizione italiana, stanno salendo diversi altri gruppi diretti sulla stessa montagna. Merelli racconta di aver già incontrato Carlos Pauner, dei coreani e degli altri trekkinisti. "E' un anno freddo questo - dice l'alpinista -. Ora mi aspetta una zuppa calda, a casa mia non l'avrei mai mangiata ma con queste temperature fa davvero piacere! Comunque sembra che non ci sia molta neve sulle montagne. Il tempo è piuttosto bello, soprattutto al mattino. Abbiamo tanta voglia di iniziare a scalare".

tabelle di allenamento per arrampicata

Anche chi non ha intere giornate e palestre private a disposizione può seguire un programma di allenamento completo ed efficace.

Introduzione:
Ovviamente gli esercizi proposti in questo articolo faranno ridere i professionisti dell’arrampicata che dispongono di intere giornate per allenarsi e di palestre private dove provare per ore i vari movimenti, ma possono essere molto utili a tutti quelli che a causa degli impegni di studio/lavoro non riescono a trovare il tempo per allenarsi, oppure hanno altre cosa interessanti da fare. L’idea che stà alla base di questo articolo è che con un tempo variabile da 30 minuti ad 1 ora al giorno è possibile portare avanti un programma di allenamento realmente efficace che può portare chiunque a rimanere allenato.


Gli esercizi proposti devono essere preceduti da alcuni minuti riscaldamento e da alcuni minuti di defaticamento,cioè da esercizi a bassa intensità e poi da allungamenti per evitare di rimanere indolenzi fino al giorno dopo. Per essere efficace questo tipo di allenamento deve essere continuo e non deve quindi prevedere giorni di recupero. Secondo me è possibile saltare qualche allenamento, o allenarsi meno, solo i giorni in cui si è arrampicato molto.Tutti gli esercizi dovrebbero essere eseguiti sul trave, ma anche chi (come me) non possiede tale attrezzo può eseguirli utilizzando lo stipite di una porta, una barra, ecc… va bene qualunque cosa purché la possiate usare per fare delle trazioni. Gli allenamenti devono essere alternati: un giorno forza e un giorno resistenza.

Tabelle di allenamento

Resistenza
a) 50%x43′ recupero
fate la metà del massimo delle trazioni che riuscite a fare (cioè 50% del massimale)3 minuti di recupero Ripetere 4 volte
b)80%x42′ recupero
sospendete a braccia distese l’80% del tempo massimo che riuscite a sospendere (80% del massimale)2′ recupero Ripetere 4 volte


Forza
a)25%x22′ recupero
25% del massimo delle trazioni che riuscite a fare2′ recupero Ripetere due volte
b)100%per braccio x3 3′ recupero
Fate un massimo di tre trazioni con un braccio aiutandovi a qualcosa con l’atra mano (un mobile o una scopa usata come sostegno vanno benissimo). La trazione deve essere fatta completa: da braccio completamente disteso fino a completamente chiuso. Cambiate subito braccio e fate altre tre trazioni.3′ recupero
c)10”per braccio x10 1′ recupero
Sempre con un braccio e aiutandovi con una scopa, dosate la pressione sulla scopa per resistere al massimo 10” sospendendo sulla presa, cambiate subito braccio e sospendete altri 10” poi 1′ di recupero. Ripetere 10 volte


Ultima raccomandazione:
è importante variare le prese su cui eseguire gli esercizi (ovviamente per ogni presa e per ogni modo in cui viene usata deve prima essere calcolato il massimale di trazioni e di sospensione da applicare poi alle tabelle). Durante l’allenamento le vostre prestazioni caleranno un po’ a causa della stanchezza e dello stress a cui sottoponete i vostri muscoli con un'allenamento giornaliero di questo tipo.



Apa Sherpa sale il Sagarmatha per la 19° volta per raccogliere la spazzatura

KATHMANDU, Nepal -- Apa Sherpa, l'uomo che detiene il record di salite all'Everest, dedicherà la sua prossima scalata sulla sacra vetta nepalese alla pulizia della montagna. Dal 1953 ad oggi gli alpinisti passati di qua hanno lasciato troppa sporciazia: è tempo di rimediare ai danni.
Apa Sherpa, 49enne guida alpina delle alte vette himalayane, ha scalato l'Everest 18 volte. Un vero record che però il nepalese ha intenzione di superare. La 19esima scalata è infatti già in programma, e sarà dedicata interamente alla salute della montagna più alta del mondo.

Sherpa infatti ha intenzione di partecipare alla "missione di pulizia" Eco Everest Expedition, durante la quale provvederà a raccogliere e portar via l'immondizia accumulata negli anni dagli alpinisti lungo la salita al monte.

Ma la spedizione non servirà solo a rimuovere lo sporco, perchè Sherpa lascerà sulla montagna un vaso contenente un'offerta sacra rivolta alla Dea Madre, l'Everest appunto.

Secondo il Wwf il gesto ha lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla questione dei cambiamenti climatici in Himalaya e di riportare un atteggiamento più rispettoso verso questa montagna, che per le popolazioni locali è un simbolo sacro.

Apa porterà anche una bandiera con la scirtta "Stop Climate Change; Let the Himalayas Live!" - Stop ai cambiamenti climatici: lasciate vivere Himalaya!. Il problema dei cambiamenti climatici nella regione è infatti molto forte. I ghiacciai himalayani si stanno restringendo a causa della diminuzione delle piogge, e tale riduzione comporta anche una minore disponibilità delle risorse idriche per uomini, animali e piante delle valli sottostanti.

"Sarà dura, ma spero di farcela - ha dichiarato Apa Sherpa -. Se riuscirò a portare in vetta all'Everest questo vaso ne sarò felice, perchè sarà in nome della pace e del clima".