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prevenire gli incidenti in alta quota


Troppi incidenti in montagna. E soprattutto troppi per distrazione, inesperienza o inadeguatezza dei materiali. Il Cai e il Soccorso Alpino hanno deciso di fare fronte comune contro le emergenze che ogni anno, durante le ferie e non solo, portano la montagna ad essere definita "assassina" tra le pagine dei giornali. Per viverla con sicurezza, basta conoscerla: ecco le iniziative di Sicuri in Montagna, una campagna che i due enti stanno portando su sentieri, boschi, pendii innevati e ora anche su internet.
Prevenire gli incidenti si può. La sicurezza in montagna, nella maggior parte dei casi, è un fatto di cultura personale. Lo sanno bene gli uomini del soccorso alpino, che si trovano ad intervenire più spesso su escursionisti scivolati o fungaioli dispersi che non su alpinisti impegnati in vie difficili. E lo sa bene anche il Cai, che con il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, ormai da alcuni anni, porta avanti il progetto "Sicuri in Montagna".
"Sarebbe utile - dice Elio Guastalli del Cnsas, responsabile del progetto “Sicuri in montagna” - smettere di parlare di pericoli e di demonizzare la montagna di fronte agli incidenti. Bisogna cominciare a parlare di prevenzione, ovvero di come le persone devono comportasi per frequentare la montagna in sicurezza. Lassù come in altri ambienti non esiste il rischio zero. L'obiettivo è adattarsi all’ambiente e conoscere gli habitat, le tecniche, le nostre capacità psico-fisiche e soprattutto i nostri ragionevoli limiti d'azione".
L'iniziativa, nata nel 1999 in Lombardia su proposta dell'alpinista lecchese Daniele Chiappa, allora presidente del Cnsas, ha iniziato con delle campagne di prevenzione sulle ferrate e sulla neve. Sconcertante la situazione che i primi tutors inviati da Cai e Cnsas sulle ferrate del lecchese: su 300 escursionisti, il 25 per cento non sapeva usare il materiale di autoassicurazione. Non migliore la situazione sulla neve, dove - fatta eccezione per gli scialpinisti, piuttosto preparati - pochi ascoltavano il bollettino valanghe e meno del 5 per cento degli escursionisti aveva o sapeva usare il kit di autosoccorso in valanga.
Nel giro di pochi anni, "Sicuri in montagna" è diventato un progetto nazionale e si è allargato ad altre attività praticate in montagna: l'escursionismo su sentieri, l'arrampicata in falesia e la ricerca di funghi: un tema, questo, che ha riscosso grande interesse e che è causa ogni anno di molti incidenti dovuti, ad esempio, all'usanza ancora diffusa di usare scivolosi stivali di gomma nel bosco
Per ognuna di queste attività, è disponibile - sia online che su carta - un depliant informativo che fornisce consigli e indicazioni su abbigliamento, comportamento, alimentazione, primo soccorso, allenamento, segnaletica e molti altri argomenti. Tra le pagine dei depliant, anche alcune notizie di cronaca, riprese e analizzate in dal punto di vista della prevenzione. Ci sono poi depliant specifici per gli "escursionisti senior" e che spiegano le attività del soccorso alpino. "Il percorso della prevenzione può essere intrapreso solo con grande passione e una buona dose di modestia - prosegue Guastalli -. Purtroppo, anche in montagna, il “fai da te” va per la maggiore ma non è una buona regola".
Negli ultimi anni, Cai e Cnsas, con la collaborazione di enti come il Servizio Valanghe Italiano, le Guide Alpine, gli Alpini e associazioni locali, hanno organizzato campi dimostrativi e didattici in diverse località delle Alpi e sugli Appennini. Il Cai, poi, ha invitato i gruppi e le sezioni ad impegnarsi in diversi modi per la diffusione sul territorio di questa campagna di utilità sociale.
"Il prossimo appuntamento con Sicuri sulla neve sarà il 17 gennaio 2010 - annuncia Guastalli -. Nel frattempo prosegue la campagna informativa, che a breve uscirà con del materiale sui sentieri ghiacciati. Per l'estate prossima organizzeremo appuntamenti in montagna per educare ai sentieri e alla ricerca di funghi".


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