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basta confusione tra le vie dello Shisha Pangma


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La variante "Inaki Ochoa" sulla Nord dello Shisha Pangma, che porta direttamente sulla cima vera della montagna aggirando la cima centrale, è in realtà un breve tratto che si innesta su una via austriaca del 1980. Questa la tesi del ricercatore tedesco Eberhard Jurgalsky, esperto di statistiche e storia dell'alpinismo, che nelle scorse settimane ha pubblicato uno speciale sul celebre 8000 tibetano.

Quante vie esistono nella parte superiore dello Shisha Pangma? Quante aggirano l'insidioso traverso che porta dalla cima centrale alla cima vera? E chi le ha aperte?

Jurgalski ha voluto rispondere a tutte queste domande dopo la salita dell'australiano Andrew Lock, che quest'autunno ha conquistato il suo 14esimo ottomila salendo in vetta allo Shisha Pangma da una variante della via percorsa da Inaki Ochoa nel 2006.

In realtà il ricercatore fa notare che Ochoa, quell'anno, ha percorso solo un breve tratto "nuovo", quello che nella foto in calce è segnato in nero e, in pratica, congiunge un punto sopra campo 3 alla via percorsa da una spedizione austriaca nel 1980, che è stata per lungo tempo dimenticata.

Gli austriaci, quella volta, compirono la prima traversata verso la cresta orientale, con un'impresa di cui fu anche pubblicato il resoconto sull'American Alpine Journal. Jurgalski riepiloga, nel disegno sottostante, tutte le varianti alla via normale (quella cinese della prima salita, nel 1964) aperte nella parte superiore della montagna.

Tutti i dettagli della ricerca sono riportati su 8000ers.com, dove Jurgalski pubblica anche lo schizzo originale della via austriaca, disegnato dal leader della spedizione.



Photo e info courtesy of www.8000ers.com




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