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Gnaro e Bernasconi: obbiettivo la Nord del GI. per Karl

"Alla Nord del Gasherbrum I dobbiamo tornare. E vorrei consegnare questa sera nelle mani di due compagni di Karl, due grandi alpinisti come Gnaro Mondinelli e Daniele Bernasconi, il compito, nel 2010, di portare il nome di Karl in cima al GI". L'annuncio di Agostino Da Polenza è stata una sorpresa per tutti. Ma a posteriori, forse c'è da dire che bisognava aspettarselo. Un sogno come l'inviolata parete nord del GI non poteva rimanere per molto in un cassetto. E di fatti ne è uscito, venerdì sera, forse nel modo più bello che si potesse immaginare.

La sala conferenze della fiera di Bergamo, gremita da oltre 400 persone, ha assistito rapita alla grande serata di alpinismo che ha avuto come ospiti Da Polenza, Bernasconi, Mondinelli, Adam Holzknecht e la moglie di Unterkircher, Silke. Si è emozionata di fronte al pluripremiato film "Karl" di Valeria Allievi e Sara Sottocornola . Ed è scoppiata in un'ovazione alle parole di Da Polenza che, dopo la proiezione, ha voluto annunciare la partenza della spedizione al GI nella primavera 2010.

"E' un sogno del 1983 quello di queste pareti, le Nord dei Gasherbrum - ha detto Da Polenza -. Tre anni fa abbiamo fatto la prima, promettendo di tornare per il GI. Non esserci stati l'anno scorso ci ha tolto la possbilità di godere ancora per tanti anni della compagnia di Karl. Però sul GI dobbiamo tornarci. E allora vorrei consegnare questa sera nelle mani di due suoi compagni, due grandi alpinisti, Gnaro Mondinelli e Daniele Bernasconi, il compito, nel 2010, di portare il nome di Karl in cima al GI".

Il Gasherbrum I è alto 8065 metri e sorge sul confine tra Cina e Pakistan. Dal versante sud non è generalmente considerata tra gli ottomila più difficili. Ma tutt'altra cosa è scalarlo da nord. Quella parete, che ha stregato trent'anni fa Diemberger e Da Polenza e tre anni fa Unterkircher e Bernasconi, è una delle ultime pareti inviolate di un 8000 e conta pochissimi tentativi. Anche perchè l'avvicinamento è lungo, complicato e in una valle deserta.

"Dal punto di vista esplorativo è una sfida ancora più interessante del GII - ha detto Daniele Bernasconi -. Perchè nessuno in tempi recenti è entrato così profondamente in quella valle. Non si sa nemmeno dove mettere il campo base, quindi l'avventura sarà davvero integrale. Una spedizione vecchio stile, come quando 50 anni fa Kurt Diemberger ed Hermann Bhul entravano nel Baltoro e avevano tutto da decidere. Nel mondo, ormai, solo quella valle a nord del Karakorum ha queste caratteristiche. Abbiamo studiato le possibili linee di salita su alcune foto. Puntiamo ad una cresta che si presenta bella e forse anche meno pericolosa del GII. Nei prossimi mesi vedremo di sistemare tutte le cose per la partenza".

Ci sono dieci mesi di tempo per costruire il progetto, definire la squadra, prepararsi tecnicamente e fisicamente. Ma l'obiettivo ormai è fissato. E accanto a Bernasconi, che nel 2007 ha firmato con Unterkircher la prima salita della Nord del GII, condividendo la salita con Michele Compagnoni, ci sarà uno dei più forti alpinisti italiani. Silvio "Gnaro" Mondinelli, che dopo 14 ottomila senza ossigeno e due spedizioni scientifiche al Colle Sud dell'Everest, dirigerà le sue inesauribili energie verso l'esplorazione.

"Ho visto questa montagna ed è bellissima - ha detto Mondinelli -. Daniele ha parlato di quella che forse è la cosa più interessante... chissà se troveremo un campo base. L'esperienza di arrivare al campo base con i cammelli, in una valle inesplorata disseminata di penitentes, è quasi quella che mi attira di più. Anche se poi non è vero, si va sempre per la cima. Credo che il gruppo sarà piccolo ma molto forte. Con Daniele ho avuto un'esperienza all'Annapurna e l'ho considerato, insieme a Karl, uno dei due alpinisti piu forti che ho incontrato in Himalaya, e non perchè uno non c'è più e l'altro è qui presente. L'ho sempre detto anche nelle mie serate".

"La prima esperienza che ho fatto in Perù è una via nuova sul Puscanturpa - ha detto ancora Mondinelli -. Andare dove altri non son passati è un'esperienza unica, più pericolosa ma anche più affascinante. Abbiamo tempo un anno per prepararci, soprattutto mentalmente. Poi vedremo cosa porteremo a casa. Male che vada, in questo periodo ho imparato a fare bene da mangiare... posso sempre fare il cuoco al campo base! Scherzi a parte, dico sempre che è più facile continuare che smettere. Sono stato due anni a Colle Sud per la stazione Share Everest e devo dire che vedendo passare quelli che andavano in cima mi veniva il magone. Sono contento di ripartire, ancor di più per un progetto come questo".

Da Polenza, dopo aver annunciato il progetto, ha poi chiesto ad Adam Holzknecht, presidente dei Catores e amico da una vita di Karl Unterkircher, di unirsi al progetto. Holzknecht aveva già fatto parte della spedizione K2 2004 all'Everest, organizzata dal Comitato EvK2Cnr.

"Sicuramente Karl vi guarderà da lassù e sarà in cordata con voi - ha detto Silke, compagna di Unterkircher e madre dei suoi tre figli -. Sarà una bella cosa, spero che riescano ad andare in cima, magari per dedicarla a Karl".



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